La Legge Regionale Sugli Appalti, Nasce Male

"La legge sugli appalti approvata dal parlamento regionale è schifosa: il massimo ribasso favorisce le peggiori imprese e le infiltrazioni mafiose". Lo ha detto Luigi Bernava, segretario regionale della Cisl, a margine del forum antimafia organizzato a Palermo dal sindacato. Ieri il Commissario dello Stato ha impugnato alcuni commi degli articoli 3 e 4 del ddl approvato il 13 luglio dall’Ars. "Ho chiesto al presidente dell’Ars Cascio di rivedere la legge – ha aggiunto – e di concertarne i contenuti con le associazioni di categoria e i sindacati". "Respingo al mittente la definizione di legge schifosa, e ricordo che si tratta di una legge approvata dalla maggioranza dell’Assemblea regionale siciliana. Si tratta inoltre di un testo approvato dal Commissario dello Stato, e verso il quale è stato riconosciuto il gradimento da parte della Commissione europea". Così l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Luigi Gentile, replica al segretario regionale Cisl, Maurizio Bernava, in riferimento al sistema dei ribassi introdotto dalla legge di riforma degli appalti. "Come già ribadito in altre occasioni, ma evidentemente Bernava pecca di poca attenzione – dice – il criterio di aggiudicazione inserito, uniformato al codice dei contratti, è il risultato non solo del parere espresso in materia dall’ufficio legislativo e legale, ma anche delle recenti sentenze della Corte costituzionale e delle indicazioni della Commissione europea. Ad ogni modo – sottolinea l’assessore – ho già assunto l’impegno con le associazioni di categoria a sollevare innanzi alla Conferenza Stato-Regioni una modifica della legislazione nazionale in riferimento ad alcune criticità legate alla possibile corsa al rialzo dei ribassi". "In riferimento al rischio infiltrazioni criminali – prosegue – ricordo che nell’ambito dell’iter formativo della legge è stata appositamente costituita una Commissione, presieduta da Pierluigi Vigna, che ha definito il codice antimafia ed anti corruzione della pubblica amministrazione, poi condiviso dalla giunta regionale ed inserito nel disegno di legge in questione. Inoltre, sono state recepite le più recenti direttive in materia emesse dal ministero degli Interni e sono stati inseriti in un apposito articolo protocolli di legalità ed intese capaci di garantire massima trasparenza negli appalti pubblici". "Adesso, il nostro lavoro – conclude Gentile – è riservato al lancio di un Tavolo tecnico con le Associazioni e le organizzazioni di categoria, al fine di una redazione concertata di una normativa di ampio respiro di rivisitazione del sistema appalti in Sicilia". "Con l’intervento del commissario dello Stato, una brutta legge viene privata di uno dei pochi elementi positivi che aveva: l’esclusione cioé della manodopera dal ribasso. Ci auguriamo che il governo regionale colga adesso l’occasione per modificare la norma trovando il modo però di mantenere gli elementi qualificanti contro il lavoro nero e per la sicurezza". Lo dicono Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil siciliana, e Franco Tarantino, segretario della Fillea, commentando la bocciatura delle legge sugli appalti. Cgil e Fillea "contestano il sistema del massimo ribasso" che considerano un "vero passo indietro e un grimaldello per le infiltrazioni criminali. Cosa ben diversa – sottolineano i sindacati – è il meccanismo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, col quale si punta al miglior rapporto qualità-prezzo escludendo gli eccessivi ribassi operati a scapito della qualità". "Ma anche con questo sistema – concludono Maggio e Tarantino – l’applicazione dei contratti di lavoro e l’osservanza delle norme sulla sicurezza devono essere garantiti, in una regione nella quale la strada da fare contro il lavoro nero è ancora tanta". "Il governo regionale apra subito il confronto con le parti sociali per rivedere la legge sugli appalti, anche alla luce dell’impugnativa del commissario dello Stato". Lo ha detto il segretario regionale del Partito Democratico Giuseppe Lupo, che ha partecipato questa mattina all’incontro organizzato dalla Cisl a palazzo dei Normanni, concluso dal segretario generale Raffaele Bonanni. "Serve una legge – conclude Lupo – che assicuri legalità e trasparenza evitando sistemi di aggiudicazione che rischiano di avvantaggiare la mafia e di far crescere il lavoro nero". Il parlamentare del Pdl all’Ars, Salvino Caputo, ha scritto al presidente dell’Assemblea Francesco Cascio per chiedere "di non inserire al voto del parlamento il testo di legge sugli appalti nelle parti non impugnate dal Commissario dello Stato, ma di rinviare il testo all’esame della commissione legislativa Ambiente e Territorio". "Si tratta – ha detto – di una normativa importante per l’economia siciliana e per il settore legato al comparto dell’edilizia che necessita di un vaglio più rigoroso in commissione poiché il testo attuale, oltre al pericolo di infiltrazioni mafiose, non tiene conto delle esigenze espresse dagli edili siciliani. Per questo ho chiesto al presidente Cascio di rinviare il testo in commissione". "Invito la Cgil – ha concluso Caputo – a formulare le sue critiche al Pd che ha votato la legge a differenza del Pdl che invece si è rifiutata". "Per accorgersi che la legge sugli appalti era un insieme di norme retrò e deleterie, che era una legge che avrebbe permesso un nuovo boom del lavoro nero, il segretario del Pd, Giuseppe Lupo, ha dovuto aspettare l’impugnativa!" Lo dice il presidente della commissione Territorio e Ambiente, Fabio Mancuso, ricordando l’opposizione ferma sua e del Pdl. "Quella che ora l’onorevole Lupo attacca mediaticamente – riprende Mancuso – è una legge che in Sala d’Ercole è passata soltanto per il voto favorevole e decisivo del suo gruppo parlamentare: il Pd. Quindi con la sua stessa approvazione".
"Insomma – conclude Mancuso – stavolta, le lacrime del coccodrillo è un …Lupo a piangerle!".
“Sulla legge sugli appalti si fa sciacallaggio politico e demagogia pura, anche dopo che l’impugnativa del Commissario dello Stato ha dimostrato che la Sicilia non può fare altro che applicare senza alcuna variazione una legge nazionale che non ha scritto nessuno di noi”. Lo dice Roberto De Benedictis, vicepresidente del gruppo PD all’Ars. “Una legge che non ci piace – aggiunge – ma che è applicata in tutta Italia e la Corte Costituzionale impone anche in Sicilia. Il PD ha tentato dei correttivi, ma anche quelli sono stati cassati dal Commissario. Chi la spara grossa oggi – conclude – dovrebbe dire cos’altro ha proposto prima, e cosa propone adesso”.

(Legge sugli appalti, il commissario di Stato impugna articoli. Polemica Pd-Pdl. E i sindacati sono sul piede di guerra – 22/7/2010 – Sicilia Informazione)