Le Luci della GAM

Volete smerdare qualcuno. lasciate fare ai leoni delle tastiere sui social, gente che nell’animato sferza giudizi e offese su chiunque e qualunque argomento, anche e soprattutto senza competenza, quando potrebbe iniziare dal farsi prendere in considerazione a casa propria, dove con tutta probabilità neanche trova il posto a tavola apparecchiato, vista la sua invisibile presenza. E così accanto ad una ragionevole soddisfazione da parte di chi si è assunto la responsabilità politica nel dare una inversione di tendenza in una conduzione in atto “incompleta o assente”, c’è il “leone da tastiera” che accusa anonimo “vergogna, sono notizie da darsi?”

Se penso ai beni monumentali (teatri compresi) che in questa città si sono spenti nell’indifferenza di tutti, mi viene da dire “ben venga chi si pria di aver ristabilito anche momentaneamente la normalità”, perchè non è di effetti speciali che ha bisogno questa città. ma di normalità, se poi qualcuno ricordandosi il mestiere che faccio e il ruolo che in passato ho avuto, mi venisse a chiedere del perchè è necessario arrivare a far spegnere 90 lampade, piccole a incandescenza, lunghe appena 2 cm prima che qualcuno si accorga che è necessario intervenire, io replicherei così:

“Non è vero che l’impianto è obsoleto, testimonianza ne è che ho fatto un progetto di ammodernamento su questo, mantenendo la struttura per trasformarlo per una tecnologia di illuminazione con lampade a led, di contro è la lampada ad incandescenza contenuta nei proiettori che è divenuta difficile da trovare e che ormai è quasi fuori produzione, soppiantata dal led e dai costi più contenuti. In più non esiste ad oggi all’interno dell’amm.ne un partner manutentivo competente per l’illuminazione artistica delle opere d’arte (con relativo puntamento), in passato con la massima buona volontà ma priva di qualunque adeguatezza, quando le lampade erano ancora facilmente approvigionabili, svolgeva questa funzione personale delle municipalizzate formato e utilizzato per il cambiamento delle fruste stradali.

Dovendo pertanto affidare alle municipalizzate un servizio che queste girerebbero in sub-appalto a ditte esterne specialistiche in materia, con moltiplicazione dei costi e tempi d’intervento non compatibili con la fruibilità museale, occorrerebbe una virtuosa gestione dedicata ai musei  attraverso un accordo quadro dedicato o attraverso la creazione di una fabriceria interna, con la quale man mano che le lampade si andassero spegnendo, interverrebero prontamente con interventi spot, rimandando ad un successiva periodica taratura del puntamento, ove occorra.

E come direbbe Peppino, “e ho detto tutto”.