Tanta acqua è passata sotto i ponti e io non ne capisco nulla

Io di politica non ne capisco nulla, vi basti pensare che prima che qualcuno lo tiri fuori davanti ad una mia candidatura (che non avverrà mai e lo dico in italiano e non in aramaico) una volta mi domandarono in un articolo su un giornale, il “Rudepravo locale“, per chi votassi tra un candidato “con una memoria incredibile e affettuoso distributore di baci” e una neofita candidato “una brava professoressa con una pesante luttuosa parentela“, non capendo di politica, ma capendo di uomini, fatti e cose, dichiarai che non ci sarebbe stata battagli, tra una “rodata macchina da guerra” e una “stimata persona alla sua prima avventura di tale impegno“.

Non diedi un giudizio sulle persone che a parte ciò che scrivevano i giornali, io credetemi non conoscevo personalmente ed ancora non avevo maturato l’idea (che oggi ho) di dare il mio voto a gente che ho conosciuto personalmente, ma ciò che fu scritto sui giornali sotto la mia foto mi costò l’ostracismo sul lavoro di chi votava non come me, e tutto ciò (rinfacciatomi) per essermi espresso, per aver parlato, per aver detto che la corazzata Juventus secondo tutti i pronostici non avrebbe dovuto avere problemi ad affrontare un neo-promosso Venezia (città bellissima, forse più di Torino, ma calcisticamente ……).

Tanta acqua è passata sotto i ponti, uno di quei competitor è prematuramente scomparso, l’altro ha affrontato qualche problema con grande dignità e da “corazzata” ha ricominciato da zero (come si suol dire si tinni a carricata) a costruire “dietro le quinte“, per il momento barchette per altri.

E’ da ciò che ho avuto la prova che io di politica non ne capisco nulla e non mi posso permettere di dare “giudizi, pareri o suggerimenti“, perchè la politica è strana e perchè mantre io “ingenuamente e semplicemente” ho prestato la “mia faccia” con tutto ciò che conseguentemente ho dovuto subire, i miei “inquisitori“, i miei “delatori” oggi paradossalmente, passando dall’atro lato dello schieramento, sono tutti con il cappello in mano (ma in grande anonimato) dietro la porta del “nuovo cantiere navale” nella speranza di poter conservare i loro privilegi e magari “consegnare qualche altro nome” in quegli eterni “rastrellamenti intellettuali” che i mediocri perpretano sovrastimati e impuniti.

Non sono sassolini che sto togliendo dalle scarpe, il mio plantare ormai sopporta pure i “balatoni” è solo un prendere consapevolezza che una mente pulita oltre che matematica, non può sposare concetti come la “ragion di stato“, il “danno collaterale“, “l’incoerenza” e per questo o non ama o non capisce di politica.