Un Abbraccio ad Alessandro – Questa “Terra Ammalata” deve fare ancora tanta strada ..

Una molotov contro l’ingegnere che radiò Aiello dall’ordine

Di ENRICO BELLAVIA – Una bottiglia incendiaria contro l’auto, una croce tracciata con la vernice sul cancello della villa. Intimidazione ai danni di Alessandro Calì, ingegnere, ex presidente dell’Ordine che radiò Michele Aiello – La minaccia è arrivata con una molotov che rischiava di mandare in fumo la sua Bmw e con una croce tracciata sul cancello della sua villa. Obiettivo dell’intimidazione, l’ingegnere Alessandro Calì, ex presidente dell’Ordine, libero professionista, consulente di diverse imprese. La molotov è stata scagliata contro l’auto che era parcheggiata nella zona di Mondello, davanti alla casa del professionista. Gli attentatori avevano cosparso di benzina anche la parte anteriore della vettura. La bottiglia incendiaria avrebbe dovuto innescare il rogo, quando il commando aveva completato l’intimidazione con la croce di vernice spray. L’esca per l’incendio ha attecchito su uno pneumatico. L’auto è un Suv, abbastanza alto da terra, e così solo per una serie di circostanze fortuite non è andata distrutta. Un vicino di casa di Calì ha notato le fiamme e il fumo e ha dato subito l’allarme. L’incendio così è stato spento in breve tempo senza provocare danni gravi. Dell’episodio, avvenuto domenica scorsa e coperto dal riserbo, si è occupato subito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Giuseppe Caruso. A Calì è stata assegnata una vigilanza saltuaria a casa e allo studio. Solidarietà gli è stata espressa da Libero futuro e Addiopizzo. Alessandro Calì, che è anche autore di un libro, "Disordini", pubblicato da Navarra editore, è stato il promotore della cancellazione dall’Ordine degli ingegneri nel 2008 di Michele Aiello, il re Mida della sanità siciliana. Il presupposto è stata la stessa ammissione da parte di Aiello, durante il processo per mafia, di avere pagato costantemente il pizzo alle cosche per potersi assicurare la tranquillità delle proprie attività. La decisione dell’Ordine, che ha rilevato il venir meno del presupposto della "specchiata condotta morale", ha costituito un precedente unico e per il momento isolato: la cancellazione è stata adottata all’unanimità e ribadita dal Consiglio nazionale, senza che fosse stata ancora pronunciata la sentenza definitiva che ha condannato Aiello a 15 anni e mezzo.
Il giudizio deontologico è stato emesso quando si era appena concluso il primo grado. Al contrario, la prassi vuole che ai provvedimenti disciplinari gravi si arrivi solo dopo la pronuncia definitiva di condanna. E spesso non scatta neppure la sospensione. Sulla base della propria esperienza, che lo ha esposto anche a violenti attacchi e a un braccio di ferro con l’ala più tradizionalista dell’Ordine, fino alla sfiducia e alle dimissioni, Calì, oltre a raccontare in "Disordini" la propria storia, è diventato uno dei testimoni di un movimento trasversale che punta a rimarcare le prerogative disciplinari degli Ordini. E a farli agire indipendentemente dalle sentenze giudiziarie. Calì è per questo considerato l’alfiere della linea dura, definizione che l’ex presidente degli ingegneri contesta, opponendo che si tratta dell’unica possibile. Un’intransigenza, la sua, opposta alla consuetudine accomodante che evidentemente gli ha attirato più di un’inimicizia.”
(Da Repubblica – di ENRICO BELLAVIA
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/03/13/news/una_molotov_contro_l_ingegnere_che_radi_aiello_dall_ordine-13541556/)

Dichiarazione di Ottavio Navarra (editore) su grave atto intimidatorio ad Alessandro Calì

Pubblicata da Ottavio Navarra il giorno domenica 13 marzo 2011 alle ore 18.36 – Dichiarazione di Ottavio Navarra (editore) su grave atto intimidatorio ad Alessandro Calì Un grave atto intimidatorio ha colpito l’abitazione e l’autovettura di Alessandro Calì, ex presidente dell’ordine degli Ingegneri di Palermo e autore del nostro ‘disOrdini’ il libro inchiesta sugli ordini professionali e sulle connivenze con le organizzazioni criminali. Esprimo ad Alessandro tutta la nostra solidarietà e, insieme a lui, a quanti si stanno battendo, come i ragazzi di Addio Pizzo, perchè sia sollevato il coperchio sulle collusioni tra professionisti ed organizzazioni mafiose. Da poco tempo è stata avviata la costituzione dell’Associazione dei Professionisti Liberi che intende battersi per tutto ciò. Sappiamo benissimo come la stragrande maggioranza di essi sono persone libere che si battono con forza contro ogni condizionamento e collusione con il potere mafioso e sappiamo altrettanto bene che vanno isolati quanti questo non lo fanno. Siamo grati ad Ivan Lo Bello e a Confindustria Sicilia di avere accettato di presentare il libro l’11 marzo presso la propria sede, confermando che lo schieramento che, ogni giorno, si batte contro la mafia è ampio e radicato. Auspico che ci sia una adeguata e forte reazione a questo che si configura essere un atto per impaurire e per fermare un processo di rinnovamento. Chiunque lo abbia abbia compiuto sappia che siamo in tanti a condividere e sostenere queste battaglie e che sicuramente non piegheranno il nostro bisogno di cambiamento e di innovazione.